lunedì 2 luglio 2007

L'Italia di un ingenuo sognatore








E' diventato uno sport nazionale, preferito dalla maggior parte degli italiani, criticare la politica, in genere, e i suoi costi. Bene! D'accordo! Provo, però, a seguito di un "sogno", anzichè criticare e votare sempre alla stessa maniera, a stilare una sorta di...decalogo su come ho sognato l'Italia e come vorrei la politica nazionale e quella locale.
1. Giustizia: conversione degli "Istituti di pena" in "Istituti per la riabilitazione sociale", orientando gli "ospiti", secondo le proprie inclinazioni, al lavoro, sia esso manuale, intellettuale, artistico, professionale. Via l'ergastolo! Pena massima 20 anni da scontare tutta negli istituti per la riabilitazione. Per reati minori la pena deve essere sociale, attraverso lavori socialmente utili ed educativi, quale: pulire la strade, vigilare e ripulire i boschi, aiutare i poveri, gli anziani, ecc...
2. Istruzione e ricerca: inserire, oltre le materie basi, sin dalle elementari, prima sotto forma di gioco, poi in modo scientifico, l'insegnamento di materie, come: Costituzione italiana, educazione stradale, educazione sessuale, educazione civica. Lo sport, a carico delle istituzioni, deve essere prerogativa di tutti i ragazzi, fino a 16 anni (da una spesa iniziale maggiore per lo Stato ad un beneficio ancora migliore per le persone, chiuse in appartamenti-prigioni e per il S.S.N.). Le scuole superiori devono avere il biennio uguale e formativo per tutti, dopo si segue l'indirizzo prescelto e le proprie inclinazioni. La ricerca deve essere incoraggiata su tutti i fronti senza limiti. L'Italia deve tornare a primeggiare nelle cose che sa fare meglio e non andare sempre a rimorchio (un pò di orgoglio nazionale, perbacco!).
3. Interni e difesa: un unico ministero, denominato degli interni, che abbia al suo seno un Dipartimento per la difesa nazionale, da attivare solamente in caso di violazioni dei confini nazionali. Le missioni all'estero, di compentenza del Dipartimento, devono essere esclusivamente di pace, come recita la nostra Costituzione. Agli interni devono essere riunite le tre forze di polizia nazionali, fermo restando le specifiche di ogni Corpo (a limite anche il colore della divisa). A livello locale la municipalità deve essere organizzata con una polizia locale che funge, in caso di necessità, anche da guardia nazionale e protezione civile alle dipendenze degli interni.
4. Lavoro: il lavoro, come dice la Costituzione, deve essere incoraggiato e tutelato sotto ogni forma, la flessibilità deve avere il solo scopo di accrescere e migliorare la propria personalità, non quello di precarizzare o sfruttare il lavoratore. Non si entra nel mondo del lavoro se non prima di aver raggiunto un livello di cultura da scuola superiore (almeno il diploma). La cultura rende liberi.
5. Comunicazioni ed energia: tutte le vie, le reti, i canali di comunicazione e qualsiasi forma di sfruttamento energetico devono essere di proprietà statale. Lo Stato rilascia concessioni per lo sfruttamento e l'esercizio delle stesse.
6. Agricoltura e industria: sfruttamento sostenibile del suolo attraverso una agricoltura biologica e di qualità, l'industria deve riconvertirsi per l'80% (basta frigoriferi, televisori e diavolerie varie da sostituire ogni due anni, perché obsoleti) e puntare sull' alta qualità dei prodotti, realizzati senza nessun tipo di inquinamento o sfruttamento del suolo, sottosuolo, cielo e mare. La geografia italiana ci informa che il nostro è un Paese a vocazione agricola (ergo, agricoltura e allevamenti di qualità), turistica (8000 km di costa, docet!) e con l'80% dei beni culturali ed architettonici mondiali a disposizione. Finiamola con le cazzate della potenza industriale e un sonoro "NO" agli industriali e finanzieri senza etica e morale di questo Paese).
7. Economia: la socializzazione dei mezzi di produzione è fallita, il capitalismo becero è fallito, il capitalismo dal volto umano, predicato anche da Giovanni Paolo II, non è mai decollato. Vedo, come unica strada percorribile, l'azionariato d'impresa, realizzato esclusivamente tra imprenditori seri (via le leggi che generano i furbetti del quartierino. Ricucci è solo un martire rispetto a tutti gli altri), quadri, impiegati e operai, affinché l'interesse di uno sia l'interesse di tutti. La moneta deve essere di proprietà del popolo (v. link Giacinto Auriti), sulle banconote non può esserci il simbolo della BCE e nessuna firma e la BCE non può stampare i soldi e prestarli al Governo al valore nominale senza garantire nulla in cambio (es. l'oro). La moneta deve essere uno strumento di misura di beni e servizi prodotti dal Paese, deve essere emessa dalla B.I., per conto della BCE, senza indebitarci, perché è di proprietà nostra e deve essere firmata dal Capo dello Stato che ci rappresenta.
Liberiamoci da tutte le leggi e le regole dell'economia così come sono oggi. Sono rappresentate molto bene da una frase del banchiere Jacob Rothschild: "Pochissimi capiranno il sistema e quelli che lo capiranno saranno occupati a far soldi. Il pubblico, probabilmente, non capirà che è contro il suo interesse".