mercoledì 9 gennaio 2008

L'anno platonico


Rileggendo un vecchio libro di navigazoione aerea, mi sono imbattuto in una curiosità che forse la dice lunga su quell'accenno di cambiamento delle stagioni che i nostri nonni, i nostri padri e noi stessi lamentiamo. Difatti, la Terra, oltre al noto movimento di rotazione intorno al suo asse, il cui effetto è l'alternarsi del giorno e della notte e del movimento di rivoluzione, della durata di un anno e di senso antiorario, che dà luogo alle stagioni, compie numerosi altri movimenti; ma, uno, in particolare, risulta interessante. E' il movimento che la Terra compie nell'arco di 26.000 anni, chiamato "precessione degli equinozi" (lento moto dell'asse di rotazione). Questo movimento consiste in una rotazione dell'asse terrestre che, pur continuando a mantenere la stessa inclinazione rispetto all'eclittica (traiettoria descritta apparentemente dal Sole sulla sfera celeste, nel suo corso annuale), si scosta a mano, a mano dalla stella polare, in corrispondenza della quale si trova oggi e sulla quale si ritroverà fra 26.000 anni, avendo nel contempo descritto un cono, chiamato precessione. L'effetto è lo scorrimento dei nodi equinoziali (linea curva, immaginaria che unisce gli equinozi di primavera e d'autunno lungo la traiettoria apparente del Sole) di circa 50'' di grado (1,5 km), ogni anno, lungo l'eclittica, in conseguenza del quale si verificherà uno spostamento delle stagioni rispetto ai mesi dell'anno: ovvero, tra 13.000 anni l'equinozio (uno dei due punti opposti del cielo, in cui la durata del giorno e della notte è uguale) di primavera cadrà il 23 settembre, perché il relativo punto nodale avrà fatto mezzo giro dell'eclittica; mentre, l'equinozio d'autunno cadrà il 21 marzo.

Ora, anche se mi considerassi immortale, penso di avere qualche difficoltà a vedere questo cambiamento che , comunque, potrebbe già essere in corso. Peccato, mi sarebbe piaciuto...!

giovedì 3 gennaio 2008

Acrostici 1


Rifelttendo, in generale, sui nomi delle persone, mi viene da pensare che, in larga misura, riprendano il carattere, o parte di esso, dei soggetti, a cui sono stati imposti; ovvero, come noi vediamo queste persone da fuori. Provate con il vostro nome, o con quello di qualcuno che vi ispiri.

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