giovedì 21 dicembre 2006

Candidato


Candidatus: "vestito di bianco", a simboleggiare la purezza di colui che si presentava, per rappresentare. Nel diritto romano, dell'età repubblicana, era colui che presentava una dichiarazione al magistrato, che presiedeva l'assemblea elettorale, per la richiesta dei voti agli elettori. Durante l'impero la dichiarazione era fatta, anziché dall'interessato, dall'Imperatore ed era rivolta al Senato, che doveva scegliere tra i vari candidati.
Nei diritti elettorali attuali esistono norme relative alla presentazione delle candidature (che può essere posta da un partito, da un comitato, da amici del candidato, o da questo stesso).
Nel diritto italiano la dichiarazione ufficiale di candidatura è prescritta per consentire al candidato la designazione dei suoi rappresentanti ai seggi elettorali e all'ufficio centrale.
La situazione, in casa nostra, vede, pertanto, una folta schiera di candidati (che non vestono di bianco) scelti e recuperati dai partiti, attraverso i transfughi, i rinviati a giudizio, i condannati, gli opportunisti, i mestieranti della politica. Se sono transfughi accampano dei buoni diritti per aver cambiato partito (giammai fu un fatto di poltrona); se sono rinviati a giudizio o condannati sono dei perseguitati di una magistratura politicizzata; se sono opportunisti hanno ascoltato il vento favorevole delle elezioni future, riallocandosi, di conseguenza; se sono mestieranti della politica adducono un buon motivo per esercitarlo: sono capaci. Le regole elettorali non richiedono loro la "tunica bianca"e loro se ne guardano bene dall'evidenziare l'improbabile "purezza", di fronte all'elettore. E' anche vero che, la richiesta di purezza risale a un paio di millenni fa. Si potrebbe, quindi, obiettare che erano regole di un popolo "incivile" dedito all'uso della forza e della guerra; oggi, però, che siamo molto più civili e democratici, siamo disposti a farci governare o rappresentare da chi, per dirlo con i termini di allora: puro non è.
Si auspica, ragionevolmente, che in futuro si riesca a farsi rappresentare da candidati puri, eleggibili, al massimo per due legislature (affinché fare politica non diventi un mestiere), con un sistema elettorale proporzionale (l'unico che fotografa la realtà del Paese) con sbarramento percentuale, al fine di disperdere la fronda. E, siccome sono un sognatore "puro", auspico anche, una rappresentanza parlamentare realizzata in base alle varie espressioni del Paese: lavorative, sociali, culturali e non come ora dove in Parlamento siedono quasi esclusivamente politici di professione, avvocati e magistrati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Speriamo che presto il nostro Parlamento si riempi di eletti "puri", nutro, però, poche speranze...