giovedì 21 dicembre 2006

Elogio dell' Amore


Definito, a giusta ragione, il capolavoro letterario, dal Convito di Platone, ho liberamnete tratto "l'elogio dell'Amore".
Durante il convito molti sono stati gli interventi sull'elogio dell'Amore, tema proposto da Erissimaco. Ma, tutti gli interventi lasciano Socrate, presente al banchetto, perplesso perché nulla ha udito sulla natura di Amore. Perciò si dispone egli stesso, nell'ultimo discorso del dialogo, ad esaurire nella luce della genuina filosofia questo importante tema. Nella sua esposizione Socrate asserisce di rifarsi agli argomenti della veggente Diotima, sacerdotessa e maestra del filosofo: Amore in quanto privo di bontà e bellezza, non è un dio. Neppure mortale, tuttavia ha natura intermedia, è un demone possente tra il divino e l'umano. Molti sono i demoni e di ogni specie. Amore ne è uno. E' figlio di Poro (Dio dell'abbondanza, personificazione della prudenza), definito Mancanza, poiché non ha ciò che brama e di Penia (Dea della povertà), definita Ingegno, poiché con ogni espediente cerca di procurarsi l'oggetto amato (tant'é che rimane incinta di Poro, addormentandosi accanto a lui). Diventa, quindi, compagno e ministro di Afrodite (Dea tendente alla bellezza e procreazione), perché fu concepito nel giorno della sua nascita ed è, nello stesso tempo, amante del bello perché bella è Afrodite. E' sempre povero e tutt'altro che delicato e bello, anzi è grossolano, mezzo selvatico, sempre scalzo, vagabondo, dorme sempre per terra, allo scoperto, davanti agli usci e nelle strade, sotto il sereno, perché ha la natura della madre Penia ed è tuttuno con la miseria. Per parte del padre Poro, invece, è fatto per insidiare ciò che è bello e buono, essendo di natura virile, audace, violento, gran cacciatore, sempre pronto a tramare inganni, amico del sapere, ricco di espedienti, tutta la vita dedito a filosofare, abilissimo imbroglione, esperto di veleni, amante della propria opinione. Non è, né immortale, né mortale; ma, in uno stesso giorno, sboccia rigolgioso alla vita e muore, poi torna a vivere grazie a mille espedienti e in virtù della natura paterna. Sfumano tra le sue dita le ricchezze che si procura, così che Amore non è mai al verde e mai ricco. Inoltre, è a mezzo tra sapienza e ignoranza. Amore, insomma, tende al possesso supremo: il Bene. A questa conquista giunge per gradi, prima attratto dalla bellezza delle forme sensibili, poi percorrendo la gerarchia dei valori, fino alla contemplazione del Bello ideale che, al livello più alto, s'identifica con il Bene assoluto.

8 commenti:

freesud ha detto...

un blog interessante

http://riberaonline.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Per il mito Eros è un demone..ma a me piace credere che "Una parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita;quella parola è amore"(Sofocle) e di più.."il mio cuore,come il mare,non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare;più a te ne concedo più ne possiedo,perchè l'uno e l'altro sono infiniti.."(Shakespeare)

Anonimo ha detto...

Cos'è l'amore?
L'amore è un lusso(H.de balzac)
L'amore non è un sentimento rispettabile(Colette)
L'amore non sa che farsene delle qualità morali(P.Leautand).ma se "un vero amore non sa parlare"(Shakespeare).rimango muta e"Omnia vincit Amor;et nos cedamus Amori"(Virgilio)e se"l'amore cessa di essere un piacere quando cessa di essere un segreto".segreto sia!!

Anonimo ha detto...

Anonimo,"...il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti...", ma tu sei così?

Anonimo ha detto...

Il viaggio amoroso

Ma qual è l’oggetto amoroso tenacemente ricercato ; l’essere amato celato tra immagini ripetibili ? Prima ancora di una soddisfacente risposta, si avverte la necessità di colmare un vuoto tramite l’innocenza, il calore, il desiderio. Pare quasi che Barthes voglia ridurre la foto del suo passato all’essenza stessa dell’affetto : uno spazio anonimo e freddo ove desiderio e lutto rappresentano gli unici colori di cui è composta l’immagine-tabù. Da queste contraddizioni parte l’analisi sul ‘corpo’ . Nella fase iniziale di questo pellegrinaggio, Barthes parte dall’esperienza singolare attraverso culture universalizzanti per giungere ad una scienza universale della soggettività. Tale percorso si attuerà in due tappe distinte ; nella prima fase avremo una ‘fenomenologia degli effetti’ (Studium), nella seconda si analizza ciò che ci tocca all’istante, che suscita in noi profonde emozioni : è questa la ‘fenomenologia degli affetti’ (Punctum).

Anonimo ha detto...

Cos'è l'amore!!!!!!!!
l'amore...le parole.......
quanto male e bene può fare?
Sono solo una sequenza di sillabe e lettere che combinate insieme esprime il nostro amore, i nostri pensieri, stati d'animo ed a volte possono aprire le porte del paradiso..... o dell'inferno
Bella impossibile

Anonimo ha detto...

Bella e impossibile, ma perchè? Apriti all'amore, quello vero, passionale, libero, che rende vivi e meno vuoto l'inesorabile trascorrere, verso la sera della vita, quello che definiamo tempo.
Ti aspetto...

Anonimo ha detto...

Mi ero aperto in un amore pensavo quello vero ma dopo mesi di passione tutto è cambiato e iniziato la malinconia, sapere che il tuo amore non è più lo stesso, dovrei staccarmi dai ricordi: Fanno male, sono pericolosi.La memoria è l'ancora che ci tiene fermi, legarsi al passato significa naufragare nella malinconia
Bella impossibile