lunedì 5 marzo 2007

I. L'evoluzione ... femminile




Donna deriva dal latino domna, forma sincopata di domina, cioè padrona. Fino alla fine del Duecento il termine utilizzato per dire "donna" era "femmina"; ma, poi, in Toscana prese piede l'uso di "donna", e da lì questa parola si diffuse in tutta Italia. Le donne sono state spesso discriminate in molte culture del mondo che riconoscevano loro capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia.
In un primo momento nelle civiltà mesopotamiche (Egitto, Persia, Assiria, Babilonia), la donna aveva una posizione molto elevata all'interno della società. In questi luoghi è stato presente anche il matriarcato; poi, con l'ascesa delle monarchie militari, persero di prestigio e si iniziarono a formare i ginecei, dai quali le donne non potevano uscire e dove non potevano vedere nessun uomo ad eccezione degli eunuchi e del proprio marito.
Nella Grecia antica, la donna ricca era tenuta in casa, mentre le donne povere erano costrette a lavorare e quindi, contraddittoriamente, avevano una certa libertà. Le donne non avevano diritti politici, non potevano, quindi, votare o essere elette membri dell'assemblea, durante l'età delle Poleis e non erano oggetto di legislazione giuridica. Una donna non era colpevole, ad esempio, del reato di adulterio, a differenza dell'uomo, perché ritenuta "oggetto del reato". La vita domestica era ben diversa da quella di oggi. La donna passava molto tempo a contatto con la madre del marito, nel gineceo, quindi quest'ultima aveva un ruolo primario sulla sua educazione. In Grecia esistevano, inoltre, le mogli che si dedicavano esclusivamente all'educazione dei figli legittimi, le concubine che avevano rapporti sessuali stabili con l'uomo e la compagna, per il piacere. Vi erano le prostitute che svolgeva il loro esercizio nelle strade o nelle case di tolleranza. Occupavano l'ultimo "gradino" nella scala sociale.
Nella Roma antica, invece, la donna fu considerata quasi pari all'uomo, ad esempio, entrambi i genitori avevano pari obblighi nei confronti dei figli e la donna poteva accompagnare il marito ad una festa, a patto che mangiasse seduta e non sdraiata come era norma per gli uomini. Non mancarono, tuttavia, le limitazioni poste dal diritto romano alla capacità giuridica delle donne: esse non avevano il ius suffragii e il ius honorum, ciò che impediva loro di accedere alle magistrature pubbliche. Nel campo del diritto privato era, inoltre, negata alle donne la patria potestas, prerogativa esclusiva del pater familias, e conseguentemente la capacità di adottare figli.
Il Cristianesimo, successivamente, impose la sottomissione della donna all'uomo, ma la considerò importante in quanto doveva crescere spiritualmente i figli. Con l'arrivo dei barbari Franchi e Longobardi in Italia, la condizione della donna peggiorò. Essa fu, infatti, un oggetto nelle mani del padre, finché questi non decideva di venderla ad un uomo. Tuttavia, dopo l’anno Mille, con l'avvento del “dolce stil novo”, la donna viene “angelicata” e considerata un tramite tra Dio e l'uomo (Beatrice, docet!). Durante l'inquisizione alcune donne vennero ritenute rappresentanti del Diavolo sulla Terra (le cosiddette streghe), capaci di trarre in inganno l'uomo spingendolo al peccato in qualsiasi modo.
Divenendo, una delle più belle affermazioni della letteratura moderna che si lega, in qualche modo, alla letteratura “angelicata” de dolce stil novo, è forse quella di Domenique Lapierre, ne La città della gioia: «Le donne sono l'altra metà del cielo». Muovendo da questa affermazione, le donne, dei giorni nostri, con le manifestazioni femministe, hanno reclamato ed ottenuto un progressivo cambiamento verso la parità dei sessi. Il primo traguardo importante è stato il conseguimento del diritto di voto per il quale si batterono le suffragette. In seguito ai conflitti mondiali, le donne, che avevano rimpiazzato, i molti uomini mandati al fronte, sul lavoro, ottennero maggiori ruoli in società e possibilità lavorative fuori dalla famiglia. Altri traguardi recenti e importanti sono stati: la possibilità del divorzio, la legalizzazione dell'aborto e l'indipendenza economica.

Segue...

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